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«GRAZIE, TERRA MIA, PICCOLA E POVERA» Nel giorno del 38° anniversario della consacrazione episcopale

Il 30 ottobre 1982 a Tricase, in piazza Pisanelli e nei pressi della chiesa di San Domenico, don Tonino Bello veniva consacrato vescovo. 


Sono trascorsi 38 anni da quella data, ma l'emozione e i ricordi di quella sera sono ancora vivi e indelebili nella memoria e nel cuore di chi partecipò al sacro rito. Tutto il popolo di quella terra e di quella Chiesa si era riversato in piazza per accompagnare don Tonino ad attraversare "il vento dello Spirito", aiutandolo così a "srotolare tutte le vele della sua anima". Ma il giorno dopo fu il giorno del commiato, della partenza, del distacco. Durante l'omelia della sua prima celebrazione eucaristica da vescovo, don Tonino si congedava con parole struggenti che vogliamo ricordare attraverso alcuni passaggi del suo emozionante pensiero.

«Popolo mio carissimo di Alessano, dal cui grembo materno io mi glorio di nascere, ti saluto e ti benedico nel nome del Signore. Gente della mia terra dolcissima, vorrei dirti tante cose in questo momento ma l'emozione mi gonfia il cuore, mi serra la gola e mi impedisce di dare ordine ai miei sentimenti. La prima cosa, però, che avverto prepotente dentro di me e che sento di doverti esprimere è la mia gratitudine. 

Grazie, terra mia, piccola e povera, che mi hai fatto nascere povero come te ma che, proprio per questo, mi hai dato la ricchezza incomparabile di capire i poveri e di potermi oggi disporre a servirli. 

Grazie, culla tenerissima della mia infanzia, dove ho conosciuto sì le prime amarezze della vita, ma dove ho anche sperimentato le cose semplici e pulite di cui vivono gli umili: tepori di focolari nelle sere d'inverno, preghiere mormorate attorno alla tavola, sapore di pane (solo pane), profumi di campo e di bucato, interminabili veglie all'aperto nelle notti d'estate, in cui il racconto dei più vecchi si caricava di inesprimibili nostalgie e fermava per un poco i sogni dei più giovani. (...) 
Grazie, Chiesa di Alessano, che mi hai partorito alla fede con il battesimo e mi hai corroborato con la cresima e mi hai nutrito con l'Eucarestia e mi hai rigenerato con il sacramento del perdono e sei stato il cenacolo della mia pentecoste sacerdotale. Grazie, tempio stupendo (...), perché qui dentro sono germinate le mie speranze più belle; qui sono fiorite le mie ansie e le mie attese; qui nelle penombre serotine rischiarate da una lampada, sono maturati i miei progetti; qui ho appreso la parola di Dio (...); qui, dove tutti noi alessanesi abbiamo un angolo denso di ricordi e caro alla memoria, c'è anche un posto, vuoto stasera, dove ha pregato mia madre. (...) 
Grazie, Alessano, della cui storia gloriosa e tormentata mi sento parte integrante. Grazie per tutti questi splendidi valori che tu mi metti nello zaino; nello zaino di me, povero tuo figlio che si accinge a partire lontano».* 

Fonte: Tonino Bello, La terra dei miei sogni. Bagliori di luce dagli scritti ugentini, a cura di Vito Angiuli e Renato Brucoli, Ed Insieme, Terlizzi 2014.



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