incontro di preghiera e riflessione per tutti i bambini delle scuole elementari e medie
Chissà quante volte avrai rivolto lo sguardo verso l’immagine del Crocifisso! E chissà quante volte ti sarai chiesto “perché” e “per chi” quell’uomo è lì sulla croce…
Chissà quante volte avrai rivolto lo sguardo verso l’immagine del Crocifisso! E chissà quante volte ti sarai chiesto “perché” e “per chi” quell’uomo è lì sulla croce…
Quello che i nostri occhi sono capaci di vedere è una delle più brutte forme di condanna a morte che la cattiveria degli uomini aveva potuto inventare, eppure il significato di quella croce non è tutto qui, tanto che san Paolo ha scritto: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo” (Gal 6, 14). Perché?
La vicenda di un soldato romano, un centurione, obbligato per il suo lavoro ad assistere alla crocifissione di Gesù, come ci racconta l’evangelista Marco, ci aiuta a riflettere su questo interrogativo.
Quel condannato a morte non era uno qualunque, quella morte aveva qualcosa di speciale, quella croce era particolare… Proprio in quel momento, così comune e così diverso, gli occhi di un soldato - un pagano tra l’altro - si aprono e nel buio di quell’ora riconoscono la luce: quel Gesù è il Figlio di Dio ed è lì perché ha deciso di amare fino alla fine, donando tutto quello che ha, tutta la sua vita, per ciascuno di noi.
Abbiamo partecipato con tanto raccoglimento alla sua Passione e alla sua Morte. Come il centurione fissando il nostro sguardo sul volto di Gesù, scoprendo il suo amore e la sua tenerezza e anche noi faremo la nostra professione di fede: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”.
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