Pietre Vive a cura di Don Giancarlo Carbonara - Commento al Vangelo della Domenica delle Palme e della Passione del Signore.
VANGELO
Dal vangelo secondo Marco
Mc 11,1-10
Mc 11,1-10
Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osana nel più alto dei cieli.
Parola del Signore
La Riflessione di Don Giancarlo CARBONARA
Con
la domenica delle Palme entriamo nella Settimana Santa per celebrare il Mistero
più importante della nostra fede: la Pasqua. La liturgia di questa domenica ha
un doppio sapore: da una parte c'è la gioia, l ' accoglienza di Gesù a
Gerusalemme osannato dalla folla che agita le palme; dall ' altra si intravede
il cammino della passione avvolto dal mistero della croce.
La
lettura del Passione ci fa rivivere le tappe più salienti del cammino verso il
Calvario. .emerge il tradimento, l ' ingiustizia, il rifiuto, gli insulti, la
condanna che hanno segnato la vita di Gesù Cristo.
Non
corriamo il rischio di vivere questa settimana come una semplice commemorazione
degli eventi della passione ma lasciamoci avvolgere dal Mistero compiendo anche
noi il cammino in salita . Imitiamo il Cireneo che si fa carico della Sua Croce
e le sue spalle diventano un supporto ai dolori di Gesù.Solo così
potremo dare senso ai nostri problemi e alle quotidiane insofferenze..senza
perdere mai l' orizzonte della gioia piena ed eterna : la Resurrezione.
Don Giancarlo CARBONARA
Don Giancarlo CARBONARA
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo
- Sei tu il re dei Giudei?
In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo
interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E
mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?».
Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai
stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la
folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso,
di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi
volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?».
Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che
fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa
sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere
Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due,
chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!».
Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti
risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi
allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese
dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono
responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il
suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per
loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse
crocifisso.
- Salve, re dei Giudei!
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono
attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello
scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli
misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo
deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano
la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del
mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
- Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo
costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che
significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele.
Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le
sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra
del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re
dei Giudei».
Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
- Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu,
che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu
sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con
gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e
non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e
crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha
detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo
insultavano allo stesso modo.
- Elì, Elì, lemà sabactàni?
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso
le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa:
«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei
presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere
una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli
altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo
gridò a gran voce ed emise lo spirito.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra
tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi,
che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione,
entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che
con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che
succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio
di Dio!».
Parola del Signore
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