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Il segreto di san Filippo Neri per vincere il diavolo

Nel cuore della Roma del Cinquecento, tra il rumore delle carrozze e il fasto delle corti, camminava un uomo diverso da tutti: vestito con semplicità, con un sorriso contagioso e il cuore acceso di fuoco divino. Il suo nome era Filippo Neri, ma tutti lo conoscevano come “Pippo buono”, il santo della gioia. Quello che molti non sanno, però, è che dietro il suo spirito allegro si nascondeva un vero guerriero spirituale, uno che sapeva tenere testa al diavolo… e lo vinceva sempre. Vuoi sapere come?


Quando il diavolo bussa…
Diversi racconti tramandati dai suoi biografi e discepoli ci parlano di incontri diretti tra san Filippo Neri e il demonio. Ma egli non rispondeva con esorcismi solenni o gesti eclatanti. Il suo scudo era l’umiltà, la preghiera e una gioia così potente da essere insopportabile per l’inferno.

Apparizioni inquietanti
Il diavolo, come riporta la tradizione agiografica, si manifestava a volte con sembianze spaventose (animali neri, ombre minacciose, figure deformi) e altre volte sotto aspetto umano, per esempio travestito da penitente o persino da angelo luminoso, come in questi due aneddoti.

Il diavolo nel confessionale
Un giovane entrò nella chiesa di San Filippo per confessarsi. Appena si sedette nel confessionale, Filippo sentì qualcosa di strano: un gelo improvviso e un odore insopportabile. Poi capì. Non era un penitente qualsiasi. Secondo il racconto, era il diavolo travestito da uomo, venuto a tentarlo. Filippo non perse la calma. Si alzò, fece il segno della croce e disse: «Se hai dei peccati, li puoi confessare. Se vuoi solo disturbare, c’è la porta». Il diavolo scomparve con un grido furioso.

Il diavolo si maschera da angelo
Un giorno apparve a san Filippo in una visione, con sembianze splendenti, e cercò di convincerlo a smettere di pregare e di fare penitenza, dicendogli: «Dio è già contento di te, ora puoi pensare un po’ a te stesso». Filippo capì subito il trucco. Gli rispose: «Se Dio è contento, allora voglio farlo ancora più contento». Con un soffio, l’apparizione svanì, lasciando odore di zolfo.


Attacchi fisici
Secondo diversi racconti, il demonio cercò di tormentare anche il corpo del santo: gli faceva sentire dolori improvvisi, provocava rumori notturni per disturbarlo: cercava di strappare le ossa dal suo corpo. Una notte, i confratelli di Filippo lo sentirono gridare dalla sua stanza: «Non le avrete! Le ossa sono mie!». Corsero da lui e lo trovarono sveglio, sudato ma sereno. Raccontò che il diavolo aveva cercato di strappargli le ossa dal corpo, come a voler distruggere fisicamente il tempio dello Spirito Santo che era diventato. Quando gli chiesero come avesse reagito, rispose sorridendo: «Ho fatto il segno della croce… e gli ho riso in faccia».

Le tentazioni: orgoglio, vanità, zizzania
Il diavolo non si limitava a spaventare Filippo: cercava di infilarsi nei pensieri, facendogli credere di essere speciale, cercando di indurlo alla vanità spirituale, a pensieri di grandezza o a cercare l’ammirazione pubblica. Altre metteva zizzania tra lui e i suoi discepoli.

Come rispondeva Filippo?
Con gesti di umiltà esilaranti: si rasava solo mezza barba; usciva con fiori in testa o indossava i vestiti al contrario; si faceva vedere goffo di proposito; parlava in modo buffo davanti a persone importanti.
Diceva: «Meglio essere ridicoli per gli uomini che superbi davanti a Dio».


L’esorcismo con la risata
Il diavolo si nutre della paura e della tristezza. Ma San Filippo era il santo della gioia, e questo lo rendeva invulnerabile. Un giorno arrivò da lui un uomo tormentato da visioni e strane voci. Invece di iniziare un lungo esorcismo solenne, Filippo lo fece sedere e cominciò a raccontargli barzellette. Dopo una mezz’ora, l’uomo si mise a ridere di gusto… e i tormenti cessarono del tutto. Filippo spiegò: «Il demonio odia la gioia. Dove c’è vera allegria, lui non resiste».

Il cuore in fiamme (letteralmente)
Filippo non era solo un uomo allegro: durante una Pentecoste, una fiamma mistica lo colpì al cuore. Le sue costole si spostarono fisicamente per contenere l’amore di Dio che ardeva dentro di lui. Da quel giorno, chi si avvicinava a lui sentiva un calore reale, quasi bruciante.
Anche il demonio sapeva che quel cuore era inaccessibile. Anche per un altro motivo.

L’arma segreta
Filippo sapeva di non dover contare sulla sua forza ma su Dio. Il suo aiuto più immediato e potente proveniva dall’intercessione della Vergine Maria.
Spesso Filippo raccontava: «La notte scorsa il diavolo ha provato a spaventarmi, ma mi sono raccomandato alla Madonna santissima e lei mi ha liberato». Infatti, una sera, quando il diavolo gli apparve in forma terribile, san Filippo invocò l’aiuto della Regina del cielo e il maligno scomparve immediatamente. Ogni volta che si sentiva tentato, ricorreva alla Vergine Maria per ottenere aiuto, non rimanendo mai deluso.
Questo approccio si lega a ciò che molti esorcisti testimoniano: il diavolo odia profondamente la Beata Madre. Lei rappresenta il massimo esempio di fedeltà a Dio ed è una vera e propria “spina” nei progetti del demonio. San Filippo lo sapeva bene.
Dunque, il segreto di San Filippo Neri risiedeva in una profonda e costante fiducia nell’aiuto e nell’intercessione della Vergine Maria, capace di liberarlo facilmente dal diavolo ogni giorno. Un esempio luminoso di come la devozione a Maria possa essere un’arma potente nella battaglia spirituale.

San Filippo Neri ci lascia un’eredità spirituale unica e profonda: si può combattere il male con l’aiuto di Maria e senza perdere il sorriso. Per questo diceva spesso: «Un santo triste è un triste santo».

E oggi, nel nostro mondo ansioso e pieno di pesi, il suo messaggio vale più che mai.

FONTE: SHALOM BLOG


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