Robert Francis Prevost, che ha scelto per sé il nome di Leone XIV, classe 1955, è il nuovo papa, donato dall’ultimo conclave. Si è presentato al mondo come papa la sera dell’8 maggio, davanti a una piazza san Pietro festosa e acclamante. Ha sessantanove anni, 70 da compiere il 14 settembre, ed è il primo papa agostiniano.
Due anni fa, papa Francesco lo aveva nominato prefetto del Dicastero per i vescovi e lo aveva chiamato alla guida della Pontificia Commissione per l’America Latina: il suo è il 267° pontificato nella storia della Chiesa. Aveva conosciuto Francesco quando Bergoglio era ancora arcivescovo a Buenos Aires. Stiamo parlando di Leone XIV, nuovo papa della Chiesa Cattolica.
È nato a Chicago, nell’Illinois, ma il padre, Louis Marius Prevost, era di origini francesi e italiane, mentre la madre, Mildred Martínez, aveva origini spagnole. Ha due fratelli, Louis Martín e John Joseph.
Per quanto riguarda la sua infanzia, è cresciuto negli Stati Uniti, dove, particolarmente studioso, si è laureato in matematica e ha approfondito la filosofia, per poi passare alla teologia. È entrato nel Seminario minore dei Padri Agostiniani e poi, alla Villanova University, in Pennsylvania. È entrato in noviziato con l’Ordine di Sant’Agostino (Osa), nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio di Chicago, dove ha pronunciato i voti solenni il 29 agosto 1981.
Molti sono stati gli incarichi ecclesiastici di rilievo che ha ricevuto, conosce sette lingue e dimostra una spiccata sensibilità per la tematica del dialogo interreligioso. È stato – e si considera ancora – missionario. È legato, in modo particolare, al Perù e all’America latina.
Nel 1999 è diventato priore provinciale della Provincia Agostiniana “Madre del Buon Consiglio” di Chicago, e, due anni e mezzo dopo, al Capitolo generale ordinario dell’Ordine di Sant’Agostino. I suoi confratelli lo hanno scelto come priore generale, confermandolo nel 2007 per un secondo mandato.
Nel novembre 2014, è diventato amministratore apostolico della diocesi peruviana di Chiclayo e, contemporaneamente, vescovo titolare di Sufar.
Un aspetto che gli sta a cuore è l’unità tra i cristiani. Ha scelto come motto episcopale proprio “In Illo uno unum”, parole di sant’Agostino, ricordando la peculiarità dei cristiani di essere uno in Cristo: “Sebbene noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno”. Soffre le divisioni soprattutto nella sua America.
Si considera un uomo del popolo e afferma: “La mia vocazione, come quella di ogni cristiano, è essere missionario, annunciare il Vangelo lì dove uno si trova”.
Il nome, Leone XIV, richiama il desiderio di continuità con il papa della Rerum Novarum, Leone XIII, il primo papa a non esercitare potere temporale nella Chiesa e molto attento al rinnovamento della Dottrina Sociale della Chiesa, nella fedeltà al Vangelo. Leone XIII fu molto sensibile alla lotta contro il Maligno: fu lui, ad esempio, a stabilire che al termine di ogni messa si recitasse una preghiera a San Michele Arcangelo, tutt’ora viva nella Chiesa, perché le forze del male non prevalessero sulla terra. Emblematico che tra le prime parole di Papa Prevost, ci sono state proprio queste: “Il male non prevarrà”.
FONTE: PUNTO FAMIGLIA
Commenti
Posta un commento