Passa ai contenuti principali

A-DIO BENEDETTO XVI

In queste ore nelle quali la notizia della morte del Papa emerito Benedetto XVI si fonde in ricordi, commenti, analisi del suo pontificato, poche righe di ricordo personale, senza alcuna pretesa di tracciarne un bilancio ma solo come testimonianza di un tratto di strada percorso assieme, come cristiana e come narratrice dei fatti vaticani.



Benedetto XVI, l’umile servitore nella vigna del Signore che ha portato nella Chiesa la forza dirompente della sua umanità, della debolezza fisica, di uno straordinario coraggio, di una grande forza morale.

Con lui se ne va un grande pastore della Chiesa universale che, sono certa, verrà riscoperto in tutta la sua ricchezza solo progressivamente, con il passare dei decenni.

Un uomo timido, finissimo intellettuale, abituato a servire dietro le quinte più che a muoversi sotto le luci della ribalta.

Un pontefice arrivato alla guida della Chiesa in un momento non facile - era il 19 aprile del 2005 - per le questioni mondiali aperte sul tavolo, per il vuoto lasciato dal lunghissimo pontificato dell’amato Giovanni Paolo II portatore di uno stile molto diverso, per l’incalzante secolarismo, per gli scricchiolii nella Curia Romana e nei corridoi di tante realtà religiose che necessitavano di riforme interne. Del resto “Ecclesia semper reformanda est”, come ognuno di noi, nel cammino di una continua conversione.

Benedetto XVI è arrivato nella storia della Chiesa “dopo il grande Papa Giovanni Paolo II” come ebbe lui stesso a dire nelle prime parole con la talare bianca, aggiungendo come “mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere”. Poche parole che sono state la cifra della sua umiltà, di una impronta apparentemente “morbida”, quasi felpata, come quella dei gatti che tanto amava.

Così è stato spesso ed erroneamente percepito, un uomo dedito alle carte, un intellettuale poco dinamico e intraprendente. Sino a quell’11 febbraio del 2013 quando, in una invernale mattinata di concistoro ordinario, annunciò al mondo la sua rinuncia. Un gesto inatteso, comunicato in latino, con la pacatezza e la risolutezza degli animi forti. In una società nella quale fatichiamo ad ammettere i nostri limiti, in cui temiamo gli angoli come spazi di marginalità, nella convinzione che la vita scorra solo sulla cresta delle onde, Joseph Ratzinger ci ha richiamati a riflettere sui nostri limiti, a prenderne atto, a guardare ad altri orizzonti, a farsi pellegrini e servitori, anche nel silenzio.

La storia, come dicevo, saprà riconoscergli quanto ci ha donato, si tratta sempre di aspettare, pratica tanto difficile nell’oggi. Ma anche questa può essere una lezione di vita e di stile.

La sua rinuncia ha aperto la strada all’arrivo di papa Francesco che, con grande sensibilità, ha sempre mostrato e dimostrato il forte legame con il suo predecessore, riconoscendone doti, stile e presenza preziosa nella Chiesa, portatore di una saggezza e di una lungimiranza che spesso fatichiamo a rinvenire nelle nebbie dell’oggi.

Papa Benedetto XVI ci lascia un enorme patrimonio che sarà bello ripercorrere pian piano, di scritto in scritto, di libro in libro, di catechesi in catechesi, di gesto in gesto. Un uomo rivolto con lo sguardo a Dio, nella condivisione del suo cammino di fede, alla scoperta di un mistero che è luce e non buio.

Sono riconoscente a questo Papa, che ho avuto la gioia di incontrare, per avermi fatto vivere uno dei periodi più belli della mia vita professionale, dandomi la possibilità di affacciarmi sulla storia della Chiesa, di farne parte, di raccontarla anche laddove intraprende gli imprevedibili cammini della vita e del mistero.

Alla sua rinuncia e alla nuova fase che si apriva nella Chiesa avevo anche dedicato le lezioni dell’anno accademico 2013-2014 sul tema “Rinuncia di un papa, conclave ed elezione di un nuovo pontefice, tra riti antichi e media moderni”, una preziosa occasione per la sottoscritta di riflettere e approfondire questo evento storico, in una condivisione con gli studenti assetati di verità.

Avremo ancora tanto bisogno delle parole e della testimonianza di vita e di fede del teologo e uomo Joseph Ratzinger perché, come scriveva in merito al ruolo dei santi nella nostra vita, “noi abbiamo bisogno di loro perché i nostri piedi sono troppo stanchi e i nostri occhi troppo deboli, perché possiamo da soli riconoscere il fine ed essere capaci di percorrere la strada che conduce a Cristo".

Elisabetta LO IACONO

Commenti

Post popolari in questo blog

La nostra reliquia "ex sanguine" di San Giovanni Paolo II in pellegrinaggio a Turi

In pellegrinaggio a Turi la reliquia di San Giovanni Paolo II „ La reliquia 'Ex Sanguine' donata dall'Arcivescovo Metropolita di Cracovia all’Associazione Giovanni Paolo II e Parrocchia Santi Medici di Polignano sarà portata a Turi il prossimo 18 settembre. Turi si prepara ad accogliere la reliquia di San Giovanni Paolo II, che arriverà nella cittadina, presso la parrocchia di Maria SS. Ausiliatrice, il prossimo 18 settembre. Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e la presenza delle sue reliquie “è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie; la sua santità dona speranza e ci spinge a rispondere con sempre maggiore fedeltà alla nostra vocazione cristiana”. Tale presenza offrirà l’occasione per riflettere sul ruolo che ogni cristiano deve avere per essere autentico testimone di fede con coerenza e senza paura, così come lo fu Giovanni Paolo II. Si tratta di una reliquia “Ex Sanguine“ (di sangue) del Santo Giovanni Paol

Le Reliquia "Ex-Capillis" di Madre Teresa in pellegrinaggio a Turi

La comunità parrocchiale di  Maria SS. Ausiliatrice annuncia con gioia la visita delle Reliquie (ex Capillis) di S. Teresa di Calcutta DOMENICA 11 MARZO 2018 . Abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla figura di  Madre Teresa , canonizzata da Papa Francesco il 4 settembre 2016, poiché è stata una donna che ha impegnato tutta la sua vita per testimoniare l’amore ed è stata l’amore di Dio in azione. La Reliquia ex-capillis (capelli) è stata donata dalla postulazione di Madre Teresa all' associazione Giovanni Paolo II in occasione del decennale e alla parrocchia SS. Medici di Polignano a Mare. Lei sintetizzava così la sua vita e la sua opera: So che noi siamo una goccia nell’oceano della miseria e della sofferenza umana, ma se non ci fosse neanche questa goccia, la miseria e le sofferenze umane sarebbero ancora più grandi….

Papa Giovanni Paolo II: anniversario della morte di Karol Wojtyla

Oggi, 2 aprile 2012, ricorre l’ anniversario della morte di Karol Józef Wojtyla , ovvero Papa Giovanni Paolo II . Nato a Wadowice il 18 maggio 1920, morì il 2 aprile 2005 a Roma dopo quasi 30 anni di pontificato. Infatti,  Karol Wojtyla  fu eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il suo fu il terzo pontificato più lungo della storia. In seguito alla sua morte, avvenuta ormai 7 anni fa,  Papa Giovanni Paolo II  fu proclamato  Beato  l’anno scorso (1° maggio), da  Papa Benedetto XVI  e, nel giorno del suo insediamento si festeggerà ogni anno il Papa, da molti considerato come il più grande di tutti i tempi.