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"S.O.S. papà, mamma dove siete?"

Lo scopo di questo libro è “…un invito ad educare meglio…”. Lo dichiara espressamente l’Autore, Modesto Facciolla, che dell’educare ne ha fatto, ben oltre il lavoro, missione di vita. E così il libro diventa uno spaccato di esperienze variegate; la sintesi di un percorso di vita professionale e personale; una specie di diario di bordo di una navigazione tra tanti marosi. Non poteva che essere così per una persona che da insegnante si trasforma in docente e poi in dirigente scolastico, con la passione per gli studi, per la ricerca, per la formazione.




Protagonisti del libro sono proprio le esperienze vissute da Facciolla: la scuola, la famiglia, lo sport, la formazione, le responsabilità civiche, esperienze raccontate anche attraverso aneddoti, briciole di storie di raccolte sulla tavola della vita.

Se dalla lettura del libro sembra emergere la descrizione di una famiglia ormai destinata solo a ricordi nostalgici o relegata a sogni romantici, Facciolla, come un bravo medico, fa seguire alla individuazione delle malattie che assalgono la famiglia la prognosi e la cura. Non esita, Facciolla, a ritenere che quello del titolo del libro, S.O.S. papà mamma dove siete?, sia “…il grido disperato di tanti figli abbandonati al loro destino e che si trovano in questo difficile mondo, in questa sgangherata società, a vivere situazioni di incertezza, di pericolo, di devianza, di disagio...senza alcun futuro che li potesse vedere crescere come 'persone autentiche'…”. Tuttavia, afferma con convinzione profonda come quel grido vada soffuso con lo strumento dei valori. Tra tutti – precisa Facciolla – i valori propri della formazione cristiana. Nel libro trova finanche spazio uno degli aspetti più particolari della formazione cristiana costituito dalla preghiera, quella più semplice, raccomandando l’Autore di imparare a cogliere la bellezza di quanto ci circonda con sempre rinnovata meraviglia.

Si tratta, in fondo, di una raccomandazione “laica” alla quale Facciolla ne accompagna un’altra: quella del dialogo quale strumento di corretta crescita familiare e sociale. Nell’ambito del dialogo, l’accorato suggerimento è quello di esercitarsi all’utilizzo delle “…tre parole magiche cadute in disuso…”, permesso, scusa, grazie, parole fondamentali per costruire una solida vita di coppia, fondamento della famiglia e della educazione familiare. E poi, ancora, l’attenzione ai valori universali derivanti dallo sport, quali l’impegno, la voglia di superarsi e migliorarsi, la solidarietà, il lavoro di squadra, lo stare insieme, il condividere esperienze.

Non è possibile superare le tante problematiche che attanagliano la famiglia senza una equilibrata relazione tra essa e le altre agenzie educative: tra tutte, la scuola, alla quale in fondo Facciolla ha dedicato tutta la sua vita in diversi modi.

Tra i tanti modi, l’ultimo è stato quello della dirigenza scolastica. Ed a questo punto a me, redattore materiale di questa paginetta, compete offrire testimonianza diretta, attraverso il ruolo di componente del Collegio Revisori dell’ultimo istituto scolastico diretto da Facciolla, della rivoluzione copernicana che Facciolla introdusse arrivando in quell’istituto. Contrariamente al passato, si coglievano immediatamente due aspetti: un grande ordine ed una evidente fiducia verso i collaboratori. Insomma, era evidente come Facciolla facesse della condivisione, del lavorare insieme, primario metodo di lavoro.

Ecco la lezione finale del professor Facciolla: non si cresce se non si lavora insieme. Vale anche per la famiglia, per la quale è necessario che, all’interno, i vari componenti si esercitino al reciproco rispetto; all’esterno, ci sia relazione e collaborazione nell’ambito delle molteplici occasioni offerte dal mondo sociale.

Non si può che ringraziare il professor Facciolla per aver voluto offrire, con la pubblicazione di questo libro, il suo bagaglio di esperienze educative.

Eugenio SCAGLIUSI

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