In occasione del 40° dalla elezione del Papa e del 50° dalla scomparsa del frate
Sempre nell'ambito dei celebramenti del 40° anniversario dell'elezione di papa Wojtyla, e il 50 ° anniversario della scomparsa di San Pio, l'Associazione Giovanni Paolo II, ha organizzato, sabato 3 novembre, presso la Parrocchia SS Medici, un incontro sul tema: "San Giovanni Paolo II - San Pio da Pietrelcina, giganti della fede". Ospite della serata è stato lo scrittore e giornalista, Stefano Campanella, che ci ha introdotto tra le pagine di due dei suoi libri, "I tre misteri della morte di Padre Pio" (Ed. San Paolo), e "Il papa e il frate" (Ed. Padre Pio da Pietrelcina). Dopo i saluti da parte del parroco don Giancarlo Carbonara, ha dialogato con l'autore, il presidente dell'Associazione, Giuseppe Nardulli. Nel libro "I tre misteri della morte di Padre Pio", l'autore, direttore di Padre Pio TV, attraverso una ricerca rigorosamente storica, affronta nel primo mistero, la previsione di Padre Pio sul giorno esatto della sua morte; il secondo mistero ci introduce nella vicenda di Giovanna Rizzani, figlia spirituale, che vide la morte di Padre Pio; il terzo mistero è sulla scomparsa delle stigmate il giorno del-la morte. Le pagine del libro si svelano un cammino provvidenziale, infatti nel quarto capitolo, l'autore ci propone il rapporto che padre Pio aveva con la morte.
Un capitolo, in cui emerge un rapporto ambivalente, perché da un lato Padre Pio desiderava vivere per continuare a soffrire e offrire la sua sofferenza per la conversione dei peccatori, dall'altro canto, invece, voleva morire per ricongiungersi a colui che considerava il suo "celeste sposo", Dio. "Padre Pio non si è risparmiato in nulla. Noi conosciamo in Padre Pio, le stigmate, conosciamo i miracoli, e sono, certamente, due aspetti che l'hanno reso popolare in tutto il mondo- ha detto Stefano Campanella - che gli hanno procurato quella clientela mondiale, come disse Paolo VI, il 20 febbraio del '71. Ma in realtà, Padre Pio ha vissuto l'intera Passione di Cristo". Attraverso il secondo volume presentato nella serata: "Il papa e il frate", tradotto anche in polacco, l'autore ci propone testimonianze inedite, sempre partendo da studi approfonditi, in cui narra la storia di stima e di devozione, tra il giovane Wojtyla e Padre Pio. Un incontro avvenuto nel 1948; un incontro tra due "giganti della fede".
Un capitolo, in cui emerge un rapporto ambivalente, perché da un lato Padre Pio desiderava vivere per continuare a soffrire e offrire la sua sofferenza per la conversione dei peccatori, dall'altro canto, invece, voleva morire per ricongiungersi a colui che considerava il suo "celeste sposo", Dio. "Padre Pio non si è risparmiato in nulla. Noi conosciamo in Padre Pio, le stigmate, conosciamo i miracoli, e sono, certamente, due aspetti che l'hanno reso popolare in tutto il mondo- ha detto Stefano Campanella - che gli hanno procurato quella clientela mondiale, come disse Paolo VI, il 20 febbraio del '71. Ma in realtà, Padre Pio ha vissuto l'intera Passione di Cristo". Attraverso il secondo volume presentato nella serata: "Il papa e il frate", tradotto anche in polacco, l'autore ci propone testimonianze inedite, sempre partendo da studi approfonditi, in cui narra la storia di stima e di devozione, tra il giovane Wojtyla e Padre Pio. Un incontro avvenuto nel 1948; un incontro tra due "giganti della fede".
Silvana Algeo - FAX Polignano a Mare -
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