Organizzato dall'Associazione Giovanni Paolo II, presieduta da Giuseppe Nardulli, in collaborazione con la parrocchia dei SS. Medici, si è tenuto, venerdì, un incontro testimonianza sulla vita di Chiara Corbella Petrillo. L'evento moderato dalla vice presidente dell'Associazione Vittoria Luisi, ha riunito le testmonianze di Gianluigi e Anna Chiara De Palo (amici di Chiara) e la partecipazione per i saluti del parroco don Giancarlo Carbonara del parroco don Cosimo Belvito (della Parrocchia Maria SS. del Carmine di Putignano, Direttore dell'Ufficio di Pastorale per là Famiglia della Diocesi di Conversano—Monopoli) e il dott. Nicola Perta (Psicologo e Giudice Onorario del Tribunale per i Minori di Bari). L'incontro è stato caratterizzato, oltre che dalle testimonianze degli amici, da di-versi filmati che hanno delineato la vita di Chiara, scomparsa a 28 anni, nel 2012, a causa d'un carcinoma alla lingua. Chiara ed Enrico Petrillo si sposano nel 2008, dopo qualche mese Chiara rimane incinta di una bambina che, affetta da un'anencefalia muore dopo poco la nascita. Non va meglio la seconda gravidanza, questa volta si tratta d'un maschietto con una grave malformazione e anche lui dopo la nascita muore.
La terza gravidanza procede bene, ma a seguito di una brutta lesione alla lingua a Chiara viene diagnosticato un carcinoma; malattia per la quale si sottoporrà alle cure dopo la nascita del terzo figlio. La coppia affronta ogni passaggio della loro vita con spirito positivo e grande fede, affidandosi alla provvidenza fino alla fine. Gli amici di Chiara, portano avanti la testimonianza della storia di fede di Chiara anche attraverso le pagine del libro, "Siamo nati e non moriremo mai più" e con l'associazione "Chiara Corbella Petrillo", il desiderio di rendere noto il suo cammino, la sua testimonianza cristiana e promuovere la Causa di Beatificazione. "La bellezza che Chiara ha lasciato con la sua vita-ha detto don Cosimo Belvito- è quella di aver capito sempre di più, che la volontà di Dio non è la sofferenza nella croce e la morte, ma quello che Dio ci chiede di essere nella sofferenza e nella morte". Di profonda spiritualità, Chiara si nutriva dell'amore per Gesù Cristo, Maria, San Francesco e don Tonino Bello. "Di fronte alla sofferenza -ha osservato Nicola Perta- possiamo avere due atteggiamenti: uno è star lì chiusi, isolati, nella paura di non farcela, nella sensazione di essere devastati dalla sofferenza, lacerati dal pianto, dal dolore, oppure guardare la sofferenza come un dono, so che è difficile, vedere oltre la sofferenza quel qualcosa che ti porta a capire che, effettivamente, c'è qualcosa di più grande".
Silvana Algeo
Dal settimanale Fax di Polignano a Mare(BA)
Commenti
Posta un commento