Rosalba Manes e Francesco Neri: vangelo e
teologia insieme per una Chiesa che crede, spera e si pone al servizio del
mondo per rinnovarlo. Da Polignano al futuro, alla vigilia del “libro
possibile”.
Uguali nella distinzione
Innovativo
il tema, ispirati gli interventi. Com’è la donna nei Vangeli? Di conseguenza: quale
presenza femminile nella Chiesa odierna? Nodi storici da dipanare. Approfondimenti
ermeneutici da riformulare.
È rilevante
il compito affidato dall’Associazione Giovanni Paolo II e dal patrocinante
Comune di Polignano alla biblista Rosalba Manes e al teologo Francesco Neri,
intervistati dal pubblicista Renato Brucoli con introduzione di Vittoria Luisi.
Nella
reciprocità del confronto, la presentazione de I Vangeli tradotti e commentati da quattro bibliste (Àncora, 2015).
Opera monumentale. Prima copia direttamente donata a Papa Francesco, in piazza
san Pietro, nel marzo scorso.
Accade
per la prima volta nella Chiesa italiana che quattro giovani bibliste – Rosalba
Manes, Annalisa Guida, Rosanna Virgili e Marida Nicolaci – traducano e
commentino i Vangeli fecondando un solco per molti secoli riservato al clero e
al genere maschile. È il punto di approdo di un lungo iter, cominciato con il
Concilio Vaticano II: intende restituire la Parola al popolo di Dio, dunque anche
alle donne, che accedono agli studi biblici (Luisa Rigato per prima, nel 1965).
Poi, “dalla fine del mondo”, arriva un messaggero della buona notizia che vuole
valorizzare la figura femminile, consapevole di quanto risulti decisiva nella
Bibbia. Ecco che “le donne prendono la Parola”, e l’iniziativa editoriale, per
la verità pensata durante il pontificato di Benedetto XVI, arriva al punto di
maturità odierna con Papa Francesco.
Studio
ed esperienza
La
soddisfazione dei presenti è palpabile. Chi c’è, assiste a un evento dello
Spirito.
Della
biblista Rosalba Manes colpisce il tratto ispirato, la parola misurata e dotta,
la puntuale conoscenza dei testi sacri, l’amore per Cristo che ama e libera, e ammette
la donna alla propria sequela, e la introduce ai misteri disvelati. La biblista
illustra alcune icone in cui la traduzione in lingua corrente risente in modo
particolare della sensibilità femminile, e sottolinea che il commento ai
Vangeli, capitolo per capitolo, deriva da un nuovo sguardo riferito all’approccio
fra Cristo e la donna. Ma l’opera non è di parte. Muove semmai dall’urgenza di
recuperare un ritardo storico, evidenziando l’inedito, l’unicità e la fedeltà fra
ciascuna figura di donna evangelica (Giacoma, Susanna, Elisabetta, Maria, la Maddalena…)
e Cristo. Risulta sorprendente l’immedesimazione dell’autrice: condotta dall’ermeneutica
nel bel mezzo degli incontri avvenuti duemila anni fa, quasi ne avesse esperienza
diretta.
Ci
sono, da donne
Dunque,
come sono le donne nei Vangeli? Intanto ci sono, nonostante la dominante
culturale dell’epoca, che avrebbe preferito eliderle. Ci sono, e sono materne,
accoglienti, pronte a servire la vita, volitive, compassionevoli, ostinate
nella ricerca di Gesù e alla sua sequela, caratterizzate da un forte desiderio
di conversione e di salvezza, capaci di contemplazione e di silenzio, depositarie
di una fede concreta, diaconali, audaci nella profezia. Sono le ultime a
rimanere con Cristo crocifisso, le prime a credere nel Risorto e a farsi
annuncio della risurrezione.
Il
teologo Padre Francesco Neri approfondisce l’analisi sotto il profilo culturale
e registra i segni consistenti della presenza femminile odierna, dedicando
particolare attenzione al mondo accademico ecclesiale in cui opera. Coltiva il
sogno di istituire un corso parallelo di approfondimento biblico
contestualmente affidato a un docente uomo e a una docente donna presso la facoltà
teologica che dirige.
Uguali
nella distinzione
Il
teologo e la biblista, l’uomo e la donna entrambi alla ricerca del volto di
Cristo oggi; entrambi espressione di una Chiesa che crede, spera e si pone al
servizio del mondo per rinnovarlo insieme.
Chiesa
che guarda al futuro, quella sperimentata a Polignano. Consapevole che in
Cristo “non c’è più uomo né donna” (Galati 3,28). Tutti uguali, nella
distinzione. Uguali nel battesimo, distinti nei carismi e nel ministero. La
salvezza non conosce limiti di genere. È la verità acclarata, da cui ripartire.
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