La Famiglia, tra cattolici e società di Antonio MASI.

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Antonio MASI












Interessante e concreto convegno che ci interroga come cristiani, come individui e come parti di una famiglia. Come può il cristiano essere "testimone", fare "missione", essere "profezia"? all'interno della famiglia ed all'esterno della Chiesa?Per rispondere ai tre termini proposti dalla d.ssa Pacucci. Per non essere, il cristiano, un cristiano "anonimo" come il dr. Roselli ha definito il cristiano tiepido, il cristiano che non testimonia, dentro alla sua famiglia e nella comunità, che non è capace di profezia e che non si impegna nella missionarietà quotidiana. C'è da chiedersi quanto si possa definire cristiano (e quindi testimone,missionario e profeta del Vangelo) colui che non frequenta nè la parrocchia (pur con i limiti di ogni gruppo: divisioni e settarismi come ha messo in luce l'intervento di Chiara L'Abbate) nè frequenta i movimenti o le associazioni ecclesiali? Può un cristiano abbeverarsi solo e soltanto ai quotidiani e media che sono le sacre scritture della laicità religiosa? Può un cristiano che non frequenta nè vive la Chiesa additare o peggio giudicare "i mali" e "le storture" della Chiesa senza voler essere parte della comunità, standosene ai margini? Dove nascono le crisi dei valori e della famiglia? Famiglia naturale che è "difesa" soltanto dalla Chiesa e dal Diritto Canonico, come ha sottolineato l'Avv.to Scagliusi, perchè la famiglia naturale e cattolica trova il suo fondamento su un valore + grande, trascendente, su un sacramento, sulla procreazione della Vita. "Fa che l'amore rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi" Papa Giovanni Paolo II GRAZIE.

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