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Santa Scorese, il focus organizzato dall’Associazione Giovanni Paolo II

L’amore non è violenza, ma rispetto e condivisione. Nel pomeriggio di domenica scorsa si è tenuto un seminario online dal titolo “Reati d’amore: il sacrificio di Santa Scorese” nell’ambito del ciclo di incontri organizzati dall’Associazione Giovanni Paolo II di Polignano a Mare. L’incontro aveva il fine di trattare argomenti come il femminicidio e la violenza sulle donne, in occasione del 30° anniversario della morte di Santa Scorese, adolescente barese uccisa a coltellate nel 1991 da uno stalker ossessivo.



Santa è stata la prima vittima di stalking in Italia, quando ancora non era riconosciuta una specifica fattispecie di reato (l’art. 612-bis è stato introdotto nel Codice penale nel 2009). Dunque, il ricordo della vicenda è servito per riflettere su quanto ancora ci sia da lavorare per arginare il dilagante fenomeno di queste violenze. Sono passati trent’anni da quella terribile sera, eppure la cronaca non smette di raccontare storie simili a quella di Santa: storie di donne perseguitate, ferite e uccise da uomini che la giustizia non riesce a fermare per tempo. Ecco perché non bisogna mai smettere di parlare del fenomeno e, anzi, sfruttare gli strumenti mediatici per allargare la platea e raggiungere direttamente a casa interi nuclei familiari.

La videoconferenza, introdotta da Giuseppe Nardulli (presidente dell’associazione Giovanni Paolo II), ha visto gli interventi di Rosa Maria Scorese (sorella di Santa) e di Doriana Stoppa (Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Polignano a Mare), con il giornalista Domenico Torres moderatore della diretta. Inizialmente è stato mostrato al pubblico un estratto del film documentario “Santa subito” di Alessandro Piva. Pellicola che nell’ottobre 2019 si è aggiudicata il Premio del pubblico alla Festa del Cinema di Roma e nel dicembre dello stesso anno veniva presentata al Cinema Vignola di Polignano.

Rosa Maria ha iniziato, quindi, a raccontare la storia di sua sorella, andando a sottolineare gli stati d’animo e le paure che hanno condizionato la vita della giovane attivista cattolica barese e dell’intera famiglia. In particolar modo, ha rimarcato la debolezza psico-fisica che tutti loro hanno vissuto per tre lunghi anni, terminata in quella straziante serata del 15 marzo del 1991, giorno in cui Santa al rientro a casa fu colpita a morte con quattordici coltellate dal suo persecutore, davanti agli occhi impotenti dei genitori e di una comunità in quel tempo impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking.

Nella struggente testimonianza, Rosa Maria ha rievocato la purezza della sua amata sorella, la quale poco più che ventenne era una ragazza nel cui cuore ardevano fede cristiana e fame di vita: era una giovane decisa nel voler assecondare la sua vocazione spirituale, non prima però di aver conseguito la laurea in Psicologia. Qualcuno, però, si intromise tra Santa e le sue aspirazioni: si trattava di uno squilibrato che la notò negli ambienti parrocchiali e iniziò a farle appostamenti, a inviarle lettere deliranti, a pedinarla ovunque per tre lunghi anni, proseguendo di fatto indisturbato nonostante le ripetute denunce fino a quella tragica notte. Nel suo intervento, Rosa Maria ha evidenziato anche come, a differenza di molti femminicidi, Santa non avesse mai avuto rapporti amorosi con l’uomo, casualmente incontrato nel 1988, anno in cui sono iniziate le azioni di stalking.

Importante, dunque, come ha affermato l’assessora Doriana Stoppa, è anche il ruolo che la politica è chiamata ad assolvere sia nei confronti delle donne vittima di violenza, le quali non vanno assolutamente dimenticate e lasciate cadere nell’oblio, che nei confronti dei carnefici, i quali dopo aver espiato la pena inflittagli necessitano di un adeguato sostegno per una riabilitazione sociale.

Si è parlato, inoltre, del processo di beatificazione, poiché la storia di Santa è una testimonianza di fede profonda documentata dal suo diario e dalle sue lettere. Sul tema la sorella Rosa Maria ha auspicato che Santa possa essere considerata martire per la sua dignità di donna e che questa sua esperienza possa rappresentare il “seme di un nuovo mondo”

“C’è bisogno di un cambiamento culturale – ha concluso la sorella di Santa – partendo dall’educazione dei più piccoli, dai messaggi che passano attraverso i media, passando da tutto quello che può fare la scuola ma soprattutto che possono fare le famiglie. Ovviamente con l’aiuto di tutte le persone esperte che lavorano per questo”.

La videoconferenza è terminata con l’Assessore che ha ricordato il numero del Centro Antiviolenza Safiya ONLUS di Polignano (3332640790) attivo 24 ore su 24 e il numero nazionale antiviolenza e stalking (1522).

Fabrizio Di Palma, Francesco Sabato, Francesco Paolo Berlen

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