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Tonino Bello: il “monsignore ragazzino” visto da vicino nella testimonianza di Renato Brucoli

“Me l’ha chiesto a bruciapelo, sorprendendomi. Ho accettato all’istante, suscitando la sua gratitudine, ribadita fin sul letto di morte”. È Renato Brucoli a raccontare come, un giorno, mons. Tonino Bello gli chiese di dirigere il settimanale diocesano “Luce e vita insieme”.

Al centro mons. Tonino Bello. Renato Brucoli è il primo da sinistra


“È cominciata così l’avventura più difficile e bella della mia esistenza, chiamato da don Tonino al servizio dell’informazione religiosa in diocesi. Esperienza sofferta, perché espressa in un contesto storico impegnativo e persino drammatico; luminosa, perché in compagnia di un santo e delle persone nel cui volto amava specchiarsi”. Renato Brucoli è editore e giornalista pubblicista; ha collaborato con don Tonino Bello durante l’episcopato, dirigendo il settimanale d’informazione della diocesi di Molfetta, la Caritas cittadina di Terlizzi e il settore emergenze della Caritas diocesana in coincidenza con i grandi esodi migratori dall’Albania. A Brucoli si devono le pagine di “Monsignore ragazzino. Don Tonino Bello, dal diario di un collaboratore” (Ed. Insieme).


L’autore stesso spiega: “Il titolo è un ossimoro: lo stesso vissuto da don Tonino Bello tra appartenenza istituzionale alla Chiesa cattolica e desiderio di rinnovarla profondamente con slancio giovanile. Perché di questo si tratta: nominato monsignore a soli ventotto anni per aver partecipato al Concilio Vaticano II come consultore teologo del vescovo di Ugento, non si è mai adagiato sul titolo attribuitogli, né l’ha mai speso nella sua intensa missione, pago di servire ‘la gente, i poveri e Gesù Cristo’ in letizia e semplicità”. Brucoli, tuttora attivo in diocesi, ricorda che Papa Francesco si è recato di recente da “pellegrino” nel luogo natale e d’impegno ministeriale di mons. Bello, per “rileggere in chiave di attualità ecclesiale un portentoso evento dello Spirito nel contemporaneo”. Una biografia “altra”, letta con gli occhi di chi è stato a lungo accanto al Servo di Dio, tra ricordi personali, gesti profetici, insegnamenti ecclesiali, omelie toccanti e gesti di carità e di amore al prossimo.

FONTE: AGENSIR


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