fonte: PolignanoWEB
Polignano in marcia verso la pace riflessioni a margine dell’evento organizzato dall’Associazione Giovanni Paolo II
Venerdì 20 novembre, il Consiglio Comunale dei Ragazzi, docenti e dirigenti scolastici, gli studenti, tutti i parroci di Polignano, e parte della società civile, hanno partecipato alla "Marcia della pace contro il terrorismo e solidarietà alle famiglie delle vittime" promossa dalla Associazione Giovanni Paolo II, con preghiere a cura degli studenti di entrambi gli Istituti Comprensivi e veglia finale di Preghiera del Gruppo Giovani della Parrocchia di Sant’Antonio. Una via Crucis attraverso le strade del paese, con tappa e preghiera davanti sui sagrati delle parrocchie. Per l’occasione, ospitiamo alcune riflessioni scritte da Antonio Masi.
Prime vittime di questa guerra globale sono i terroristi, plagiati da teorie aberranti, farciti di soldi grondanti di sangue, imbottiti di droghe, indottrinati da una ideologia disumana. Prime vittime sono le stesse inermi popolazioni mussulmane, africane, arabe prima sotto il fuoco delle milizie fondamentaliste e poi sotto i bombardamenti degli eserciti amici che cercano di debellare il terrorismo. Vittime mussulmane, cristiane, ebree, europee che ci sono state a Tunisi, a Beirut, in Kenia, in Turchia, in Egitto, nel Bangladesh, in Nigeria, nel Mali... come a Parigi, come quelle che ci saranno purtroppo e probabilmente ancora... Vittime di una ideologia non solo dissacrante in nome di Dio, ma perversa verso tutte le civiltà e le culture, quelle antiche, arabe e africane, come quelle moderne occidentali, democratiche. Preghiamo e marciamo perché la vita dell'uomo è sacra, cioè inviolabile, sia per chi crede in Dio creatore e sia per chi è ateo e pensa che l'uomo nasca dal caso; sia che si tratti della vita di un povero che di quella di un ricco, di un turista, di uno studente o di un lavoratore, di una donna o di un bambino, di un ragazzo o di un vecchio, in casa come a scuola, per strada come allo stadio...
Al di là delle specialistiche dissertazioni dei politologi e degli analisti internazionali; al di là delle disquisizioni dei politici di turno che riempiono tutte le sere i talk show televisivi, spesso penosamente legati all'audience; al di là delle probabili colpe dei paesi occidentali, degli errori nel gestire o imporre le crisi delle cosiddette primavere arabe o nell'abbattere i regimi dittatoriali; al di là anche delle guerre civili e faide fra etnie diverse, un po' in tutto il continente africano, noi uomini comuni ci chiediamo semplicemente chi sono i veri mandanti di questi terroristi? Di questi giovani che inseguono un sogno distorto: portare una guerra globale ai valori, alle culture, alla libertà in nome di un dio assetato di sangue, per la quale guerra sono loro stessi destinati alla morte. I mandanti sono quanti fanno affari sulla destabilizzazione del mondo, forniscono loro le armi (direttamente o indirettamente), forniscono loro sostegno organizzativo e logistico, automobili, automezzi e strumenti tecnologici, comperano a basso prezzo il petrolio dai pozzi di petrolio conquistati dai terroristi, alimentano il fruttuoso mercato nero dei reperti archeologici che i terroristi suicidi, distruggendo i monumenti delle millenarie civiltà, patrimonio dell'umanità, li rivendono a pezzi. C'è una regia occulta. Purtroppo è amara constatazione dover ammettere che proprio i nostri paesi occidentali, attaccati dal terrorismo, sono i maggiori produttori di armi, i più grandi consumatori di petrolio e i più ricchi mercanti d'arte!
"Maledetti coloro che fanno le guerre" (ha detto Papa Francesco)... ma ancor di più coloro che fomentano e foraggiano le pseudo guerre sante o meno, per guadagnarci su senza sporcarsi le mani né la coscienza.
Preghiamo uniti per la Pace di tutti i popoli fratelli perché figli di un solo Dio creatore e amante della vita! Preghiamo per tutte le vittime del terrorismo e per gli stessi terroristi, uomini vittime di sè stessi. Le lacrime non hanno confini, non hanno colore... colore politico, religioso, etnico, sociale; le lacrime per i lutti non hanno bandiere.
ANTONIO MASI
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