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Riflessione di fine anno di Elisabetta LO IACONO

FONTE: Torre dei Venti

Al via il rito collettivo degli auguri, degli indumenti rossi, dei botti, dei cenoni traboccanti di ogni bene, delle feste di piazza, dei fiumi di spumante, della musica a tutto volume, dei baci, degli abbracci, della felicità, delle ansie, delle aspettative e della paura, tutti esorcizzati in una serata alla quale sembrano essere affidate le sorti del mondo e delle nostre vite.Grazie a Dio non è così, la notte del 31 dicembre è solo un momento di passaggio nel calendario, non uno spartiacque che azzera il passato e si presenta vergine sul domani.
Ogni bilancio avrà un suo saldo ma non potrà mai essere archiviato senza che rilasci un suo riverbero sul futuro, quello più prossimo o a lungo termine.

Nell'anno uscente c'eravamo noi e in quello entrante pure, noi protagonisti e qualche volta spettatori della nostra vita. E allora attrezziamoci per essere quanto più possibile artefici della nostra vita, impegniamoci per farne un capolavoro, come diceva san Giovanni Paolo II.
Non tutto dipende da noi, spesso la vita ci riserva mazzate e premi verso i quali poco possiamo fare per cambiare il corso delle cose o per farli durare in eterno, ma tanto invece per accettarli con forza o con gratitudine. Non possiamo certo decidere come sarà il mare attorno a noi ma di certo sapere se vogliamo tenere ben saldo il timone o affidarlo a qualcun altro, ovvero al caso, alla moda, alle ambizioni, alla ricerca di qualcosa che sembra così importante per la nostra esistenza.  La ricerca è un aspetto assolutamente intimo e personale, con tutto il suo strascico di priorità, ma forse in questo chiassoso fine dell'anno sarebbe una bella cosa fermarsi in silenzio e pensare, meditare, fare un po' di discernimento per capire meglio noi stessi, il contesto storico e sociale nel quale viviamo, la direzione nella quale vogliamo incamminarci e il contributo che possiamo dare per il bene comune, sia quello che finisce alla soglia della nostra casa sia quello che tocca progressivamente le altre soglie del mondo che frequentiamo, direttamente o indirettamente. Sicuramente, una volta sgomberati i pensieri dalle pressioni e dagli antagonismi, potremmo partire da un ringraziamento per quello che abbiamo avuto sino a oggi, per le sfide dalle quali siamo usciti comunque rafforzati e con più esperienza, per le persone che abbiamo accanto e persino per quelle che non ci sono più ma che, magari portate via troppo presto, hanno però lasciato un segno forte nel nostro cuore, un ricordo e un insegnamento senza prezzo.
Solo guardando la storia personale alla luce della positività, della propositività e dell'entusiasmo, possiamo far saltare quel tappo con forza, alzare in alto il calice, far tintinnare il bicchiere e buttare giù quel sorso spumeggiante, come segno di ringraziamento per quello che è stato e come impegno, personale, per i giorni che verranno.

Tanti auguri di pace, dentro e fuori di noi!



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