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𝙀̀ 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙖 𝙙𝙞𝙛𝙛𝙪𝙨𝙖 𝙤𝙜𝙜𝙞 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙎𝙖𝙡𝙖 𝙎𝙩𝙖𝙢𝙥𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙎𝙖𝙣𝙩𝙖 𝙎𝙚𝙙𝙚 𝙡𝙖 𝙛𝙤𝙩𝙤 𝙪𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝙋𝙖𝙥𝙖 𝙇𝙚𝙤𝙣𝙚 𝙓𝙄𝙑.

Lo scatto ritrae il Pontefice con un sorriso sereno, vestito con l’abito bianco papale e la croce pettorale dorata. In basso, accanto allo stemma pontificio, spicca la firma autografa: Leo P.P. XIV. Questa immagine, destinata alle sedi ufficiali e alla distribuzione internazionale, rappresenta il ritratto definitivo del nuovo Papa. Un segno visivo importante che accompagna l’inizio del suo pontificato. Domenica 18 maggio, Leone XIV presiederà la celebrazione eucaristica per l’inizio del ministero petrino, alle ore 10 in Piazza San Pietro.
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Rolando Rivi: il coraggio di un cuore che grida: «Io sono di Gesù»

Nel travagliato 1945, in un’Italia segnata dalla violenza e dalla guerra, una giovane vita risplendette con la luce incrollabile della fede, per essere poi spenta dall’odio… Ma non è questa l’ultima parola… Il 29 maggio la Chiesa fa memoria del beato Rolando Rivi, seminarista martire ucciso dai partigiani comunisti a soli 14 anni. La sua storia è un potente inno al coraggio e all’amore totale per Gesù , la sua storia ci insegna oggi la forza del perdono , capace di vincere ogni odio e divisione. «Io sono di Gesù» Nato il 7 gennaio 1931 a San Valentino, in provincia di Reggio Emilia, Rolando crebbe in una famiglia contadina che gli trasmise il dono prezioso della fede. A soli 11 anni, sentì forte nel cuore la chiamata del Signore: «Vieni e seguimi». Senza esitazione, nel 1942, entrò nel seminario di Marola. Vestire l’abito talare fu per lui una gioia immensa : quell’abito nero, con trenta bottoni, rappresentava la sua piena appartenenza a Gesù. Le parole che pronunciò entrando in semina...

Leone XIV: la compassione è questione di umanità, si aiuta l’altro sporcandosi

All’udienza generale il Papa invita a meditare sulla parabola del samaritano. Ai 40mila fedeli presenti in piazza San Pietro spiega che la vita “è fatta di incontri” e trovandoci “davanti all’altro, davanti alla sua fragilità e alla sua debolezza” la scelta è prendercene cura o fare finta di niente. La fretta, spesso, ci fa andare oltre, ma per offrire aiuto occorre fermarsi, non tenersi a distanza. Si aiuta veramente se si è disposti a sentire il peso del dolore dell’altro Il Papa mentre legge la catechesi   (@Vatican Media) “Cambiare prospettiva” e aprirsi “alla speranza”: questo bisogna imparare dalle parabole. Perché spesso “ci fissiamo su un certo modo rigido e chiuso di vedere le cose” e accade che ci manca la speranza. Invece, “le parabole ci aiutano” a guardare tutto “da un altro punto di vista”. Leone XIV lo spiega nella sua seconda udienza generale, dopo aver percorso in lungo e in largo piazza San Pietro su una jeep bianca, per salutare i 40mila pellegrini e fedeli che l...

Il segreto di san Filippo Neri per vincere il diavolo

Nel cuore della Roma del Cinquecento, tra il rumore delle carrozze e il fasto delle corti, camminava un uomo diverso da tutti: vestito con semplicità, con un sorriso contagioso e il cuore acceso di fuoco divino. Il suo nome era Filippo Neri, ma tutti lo conoscevano come “Pippo buono”, il santo della gioia. Quello che molti non sanno, però, è che dietro il suo spirito allegro si nascondeva un vero guerriero spirituale, uno che sapeva tenere testa al diavolo… e lo vinceva sempre. Vuoi sapere come? Quando il diavolo bussa… Diversi racconti tramandati dai suoi biografi e discepoli ci parlano di incontri diretti tra san Filippo Neri e il demonio. Ma egli non rispondeva con esorcismi solenni o gesti eclatanti. Il suo scudo era l’umiltà, la preghiera e una gioia così potente da essere insopportabile per l’inferno. Apparizioni inquietanti Il diavolo, come riporta la tradizione agiografica, si manifestava a volte con sembianze spaventose (animali neri, ombre minacciose, figure deformi) e altre ...

Santa Rita: donna, sposa, madre, monaca, Santa… Un modello di Vita

Rita è una santa “completa” perché è vissuta come donna, figlia docile e premurosa; sposa amata e fedele; mamma tenera e comprensiva, impegnata nell’educazione cristiana dei suoi due figli; vedova operosa mai ripiegata su sé stessa; monaca traboccante di amore per Dio e per il prossimo… e santa! Sembra quasi impossibile che nella sua vita si siano sommate così tante esperienze e tante situazioni per cui ci si rivolge a lei certi di essere compresi, capiti nelle proprie difficoltà. La fama di “santa delle cose impossibili” fa sì che si ricorra a lei anche quando sembra che non ci sia più niente da fare. Lei, infatti, è vissuta nella ferma convinzione che, affidandosi a Dio, tutto è possibile. Ed è questo che insegna anche a noi oggi. La forza di santa Rita Si chiedeva san Giovanni Paolo II: «Perché Rita è santa?» e così si rispondeva: «Non tanto per la fama dei prodigi che la devozione popolare attribuisce all’efficacia della sua intercessione presso Dio onnipotente, quanto per la stupe...

Santa Rita da Cascia, la santa delle cause impossibili

  Nel 1381 a Roccaporena nasce Rita, che desiderava consacrarsi a Dio, ma i genitori, avanti nell'età, prima di morire, vollero vedere sistemata quell'unica loro figlia. Rita mite e obbediente, non volle contrariare i suoi genitori, e, giovanissima, andò in sposa a Paolo Mancini. L'indole rissosa di Paolo non impedì a Rita, con ardente e tenero amore di sposa, di aiutarlo a cambiare il suo spigoloso carattere. Dall'amore di Paolo e Rita nacquero due gemelli: Giacomo Antonio e Paola Maria. Purtroppo questa sua vita coniugale fu tragicamente spezzato con l'assassinio del marito. Ragioni di avversità politiche, vecchie vendette potevano essere la causa del delitto. Le ultime parole di Paolo verso Rita e i suoi figli furono piene di amore. In lei si accese una sconfinata pietà verso coloro che le avevano ucciso il marito. Intraprese subito un’azione efficace per raggiungere la pacificazione, incominciando dai propri figli, che sentivano come un dovere vendicare la morte...

Santa Rita da Cascia, la santa degli impossibili

    Papa Leone XIII la canonizzò nel 1900 La tradizione narra che Santa Rita prima di spirare chiese di portargli i due frutti che erano presenti nel piccolo terreno di sua proprietà a Roccaporena. Questi erano due fichi ed una rosa. La cosa che colpi tutti è che in quel mese il paese viveva una intensa nevicata e questi apparvero sotto la neve. I due simboli sono diventati per tutti il segno dell'amore del Padre per la piccola santa che spirò dopo una vita intensa e vissuta tutta nella bontà del vangelo. Rita nasce da una buona famiglia di Roccaporena nel 1381. Poco si sa dell'infanzia della santa e vi è incertezza anche sulla data di nascita. Giovanissima vedendo le suore dedicare la loro vita a Dio, decide di consacrarsi nei consigli che la vita religiosa chiede ma non impone. Per volere dei genitori, però, è invitata a sposarsi con Paolo Ferdinando di Mancino, ma il marito non capisce la grandezza della donna che ha al fianco. Lo sposo, di posizione economica buona, grazie...

Santa Rita: la paciera che sfidò la cultura della vendetta

22 maggio Festa di Santa Rita, Testimone di Pace e Perdono Margherita Lotti, conosciuta come Rita, nacque a Roccaporena, vicino a Cascia, intorno al 1381. Figlia di Amata e Antonio, i suoi genitori erano pacieri, mediatori di pace in un contesto di conflitti tra guelfi e ghibellini. Questa eredità di pace influenzò profondamente la vita di Rita, che si distinse per il suo impegno nel promuovere la riconciliazione in un’epoca segnata dalla vendetta. Sposata con Paolo Mancini, un ghibellino con un passato violento, Rita cercò di mitigare il suo carattere e costruire una vita serena, arricchita dalla nascita di due figli. Tuttavia, la tranquillità fu interrotta dalla morte di Paolo, ucciso in un atto di vendetta. Rita, contrariamente alla tradizione, perdonò gli assassini e implorò la sua famiglia di fare lo stesso, ma senza successo. La vendetta continuò a imperversare, e i suoi figli morirono poco dopo di malattia, lasciando Rita nel profondo dolore. Forte della sua fede e delle parole ...