ArchDobbiamo riconoscerlo: oggi si parla sempre meno degli arcangeli nel loro autentico significato biblico e teologico cristiano. Certo, popolano libri, film e persino convegni, ma spesso vengono presentati in forme fantasiose, con nomi e ruoli lontani dal messaggio della fede. È per questo che vogliamo fermarci, anche solo per un momento, a meditare sulla figura degli arcangeli, così come ci è stata trasmessa dalla tradizione cristiana.
Tre nomi, una missione divina
Ogni 29 settembre, la Chiesa celebra solennemente gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Non sono definiti dalla loro natura, ma dalla loro missione: contemplano la gloria di Dio e ne annunciano i misteri più profondi. Come ricorda san Gregorio Magno, sono inviati per rivelare le verità più grandi.
I loro nomi sono vere e proprie professioni di fede:
Michele: “Chi è come Dio?”.
Gabriele: “Forza di Dio”.
Raffaele: “Dio guarisce”.
In loro, Dio è scritto nel nome e nell’essere. Vivono per Lui e in Lui, adoratori perfetti della Santissima Trinità, in uno stato di lode permanente.
Ministri della divina premura
Gli arcangeli sono anche messaggeri della “divina premura”, come ha detto Benedetto XVI: Gabriele, che Dio invia come messaggero nei momenti cruciali della storia della salvezza. Michele, il combattente che lotta contro la parte oscura della realtà, contro il male e il demonio. E Raffaele, medicina di Dio, che ci accompagna nel lungo cammino spirituale che siamo chiamati a fare.
Gli arcangeli ci invitano e ci aiutano ad accogliere Dio e il suo progetto di salvezza per diventare a nostra volta annunciatori coraggiosi, capaci di sconfiggere il male e di instaurare il suo Regno.
Un messaggio per ciascuno di noi
Queste figure celesti, la cui opera, la cui grazia e il cui aiuto coprono tutti gli ambiti della nostra vita, ci consegnano un duplice messaggio:
1. Vivere radicati in Cristo
Come gli arcangeli, anche noi – spiriti incarnati, creati a immagine di Dio – siamo chiamati a portare il suo Nome nel cuore. Vivere radicati in Cristo significa adorare il Padre e compiere la sua volontà con amore, scegliendo una vita centrata su Dio e non su noi stessi. Come gli arcangeli non sono mai sazi di adorare e servire Dio, così noi siamo chiamati a realizzarci nell’adorazione, nella lode e nel servizio del Signore. La vera medicina dell’anima, l’unica capace di sanare le nostre ferite e di liberarci dal male, è lo stare alla presenza di Dio, amandolo e lasciandoci amare. Quanto più saremo adoratori di Dio, quanto più vivremo della sua lode e del servizio a Lui per piacergli in ogni cosa, tanto più saremo liberi e felici, realizzati nel più profondo.
2. Non siamo soli nella lotta
La lotta è una realtà quotidiana nella vita cristiana e il campo di battaglia è il nostro cuore, la nostra mente, i nostri sentimenti, la nostra famiglia, le relazioni, il lavoro… Solo accogliendo Cristo possiamo affrontare questa battaglia: egli è con noi se lo invochiamo con fiducia e con amore. Gli arcangeli, in particolare Michele con le sue schiere, sono l’icona pura dell’aiuto potente di Dio, che viene a soccorrerci e a sostenerci per vincere l’assalto del principe del male e le su seduzioni. Grazie alla continua azione degli arcangeli, che accompagnano ciascuno di noi nei passi della vita, sappiamo di essere custoditi in Dio e rafforzati nel nostro cammino verso la Patria celeste.
Una festa che ci rilancia la conversione
La festa degli arcangeli è un’occasione preziosa per riscoprire il nostro Battesimo, che ci rende figli di Dio, sacerdoti e profeti, affinché Cristo sia “tutto in tutti” (cf Rm 8,29). Siamo chiamati a riprodurre in noi i sentimenti del suo cuore: umiltà, mitezza, amore radicale. Per essere davvero figli di Dio, serve una conversione profonda del cuore, che si traduca in scelte quotidiane che rendano manifesto il primato di Dio nella nostra vita. In un mondo segnato da individualismo e relativismo, dobbiamo mostrare che siamo immagine della Trinità, creati per la comunione, riconoscendo nel volto dell’altro il volto di Cristo (cf EG 88).
Il tempo favorevole è ora
Anche noi, come gli arcangeli, siamo chiamati a essere adoratori e servitori, lottatori determinati nella battaglia contro il male che c’è nel mondo, in noi e, nelle nostre comunità. Siamo chiamati ad essere messaggeri di Dio, suoi missionari, suoi apostoli che infondono serenità. Non serve lamentarsi del tempo presente. Sant’Agostino ci ammonisce: «Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni: noi siamo i tempi». I tempi non sono cattivi: questo è il tempo favorevole: è il tempo degli arcangeli, il tempo della missione, il tempo della grazia.
Nella grande festa del 29 settembre, insieme a tutta la Chiesa, invochiamo l’aiuto degli arcangeli, i puri spiriti creati da Dio che lodano la sua presenza e ci accompagnano lungo il nostro cammino. Facciamoli lavorare!
FONTE:SHALOM BLOG
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