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Il Papa: il Vangelo è un annuncio di gioia, il cristiano che ce l'ha è credibile

All'udienza generale Francesco ha detto di voler sintetizzare le catechesi sullo zelo apostolico alla luce dell'Evangelii gaudium: l'annuncio di Cristo è sempre giovane, ne ha bisogno l'uomo di oggi e la società "che lascia deserti gli spazi del senso religioso"


L'atteggiamento da cui dipende l'evangelizzazione è la gioia: dopo la presentazione mercoledì scorso di un'ultima testimone dello zelo apostolico, la mistica francese Madeleine Delbrêl, Papa Francesco all'udienza generale di oggi in Piazza San Pietro annuncia di voler attirare ora l'attenzione su quattro punti che sintetizzano il percorso fatto fin qui ricavandoli dall'esortazione apostolica Evangelii gaudium, pubblicata 10 anni fa. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

“Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. (dal Vangelo di Luca)”

Il Vangelo è un annuncio di gioia
Il primo punto è la gioia che nasce dal fatto che ciò che il cristiano annuncia è una Persona: Gesù. Lui è la gioia e non può che essere la gioia a contraddistinguere chi lo annuncia.

Ecco perché un cristiano scontento, un cristiano triste, un cristiano insoddisfatto o, peggio ancora, risentito e rancoroso non è credibile. Questo parlerà di Gesù ma nessuno gli crederà. (...) È essenziale vigilare sui nostri sentimenti. L’evangelizzazione opera nella gratuità perché viene dalla pienezza, non dalla pressione. E quando si fa un’evangelizzazione – si vuole fare ma questo non va – in base a ideologie, questo non è evangelizzare, questo non è il Vangelo. Il Vangelo non è una ideologia: il Vangelo è un annuncio, un annuncio di gioia.

Il vero incontro con Gesù porta la gioia
Francesco fa riferimento all'episodio evangelico dei due discepoli di Emmaus e agli altri discepoli nel Cenacolo che "non potevano credere dalla gioia" vedendo Gesù risorto. Il Papa ribadisce: "L’incontro con Gesù sempre ti porta la gioia e se questo non succede a te, non è un vero incontro con Gesù". Quindi prosegue:

I primi a dover essere evangelizzati siamo noi cristiani: siamo noi. E questo è tanto importante. Immersi nel clima veloce e confuso di oggi, pure noi, infatti, potremmo trovarci a vivere la fede con un sottile senso di rinuncia, persuasi che per il Vangelo non ci sia più ascolto e che non valga più la pena impegnarsi per annunciarlo. Potremmo addirittura esser tentati dall’idea di lasciare che “gli altri” vadano per la loro strada. Invece proprio questo è il momento di ritornare al Vangelo per scoprire che Cristo "è sempre giovane, è sempre fonte costante di novità".

Anche l'uomo di oggi attende il Vangelo
E dopo aver incontrato Cristo, afferma il Papa, si ritorna alla vita di tutti i giorni coscienti di aver trovato un tesoro che tanti sono in attesa di ricevere come una parola di speranza.

Il Vangelo è atteso anche oggi: l’uomo di oggi è come l'uomo di ogni tempo: ne ha bisogno del Vangelo, anche la civiltà dell’incredulità programmata e della secolarità istituzionalizzata; anzi, soprattutto la società che lascia deserti gli spazi del senso religioso, ha bisogno di Gesù. Questo è il momento favorevole all’annuncio di Gesù.

Rinnovare l'incontro con Gesù, una Persona non un'idea
Papa Francesco afferma ancora che incontrare Gesù libera dalla tristezza e dal vuoto interiore e con lui rinasce sempre la gioia. Per questo il suo invito a tutti è a rinnovare quest'incontro, sottolineando ancora che se qualcuno non percepisce la gioia, è bene si chieda "se ha trovato Gesù".

Ognuno di noi oggi si prenda un pochettino di tempo e pensi: “Gesù, Tu sei dentro di me: io voglio incontrarTi tutti i giorni. Tu sei una Persona, non sei un’idea; Tu sei un compagno di cammino, non sei un programma. Tu sei Amore che risolve tanti problemi. Tu sei l’inizio dell’evangelizzazione. Tu, Gesù, sei la fonte della gioia.

Adriana Masotti - Città del Vaticano


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