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Don Tonino Bello: chi era il vescovo diventato Venerabile

 Don Tonino Bello è stato un esempio di umiltà e dedizione al prossimo tale da meritare l’avvio del processo di Beatificazione. Scopriamo chi era e come ha cercato di migliorare il mondo questo vescovo insignito del titolo di Venerabile


Don Tonino Bello è stato un vescovo cattolico. Amato e rispettato, ha saputo lasciare un segno indelebile nel cuore dei fedeli e della società in generale, al punto di avere un processo di Beatificazione avviato per lui dalla Congregazione delle cause dei santi e di essere insignito nel 2020 del titolo di Venerabile. La sua stessa vita è stata un’incarnazione di fede, umiltà, dedizione al servizio degli altri, ma anche di lotta per la giustizia sociale e sostegno della pace. Sua la definizione di Chiesa del grembiule, una chiesa povera, umile, votata alla carità e alla misericordia senza distinzioni di sorta.

Nato il 18 marzo 1935 nel Salento, e battezzato con il nome di Antonio Bello, trascorse l’infanzia nel paese di Alessano, dove ebbe modo di assistere alla morte dei fratellastri e del padre. Queste esperienze segnarono la sua sensibilità e alimentarono la sua compassione per coloro che vivevano nella sofferenza.

Dopo essere entrato in seminario, Don Tonino Bello è stato ordinato sacerdote nel 1957.

Da quel momento, ha trascorso la sua vita al servizio della Chiesa e delle persone più bisognose. Il suo ministero lo ha portato in diverse diocesi italiane, ma è nella Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, dove ha svolto il ruolo di vescovo dal 1982 fino alla sua morte nel 1993, che la sua figura è diventata particolarmente nota.
Qui Don Tonino si dedicò anche alla formazione dei giovani presso il seminario diocesano di Ugento, ricoprendo il ruolo di vice-rettore e contribuendo così alla crescita spirituale dei futuri sacerdoti.
La sua formazione teologica lo portò a conseguire una licenza in Sacra Teologia presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e, nel 1965, ottenne il dottorato presso la Pontificia Università Lateranense, con una tesi sui congressi eucaristici e i loro significati teologici e pastorali.
Dal 1969, Don Tonino Bello divenne anche assistente dell’Azione Cattolica e vicario episcopale per la pastorale diocesana. La sua dedizione al servizio degli ultimi divenne evidente quando fu nominato amministratore della parrocchia del Sacro Cuore di Ugento nel 1978 e, l’anno successivo, parroco della Chiesa Matrice di Tricase. Istituì la Caritas e un osservatorio delle povertà, dimostrando la sua particolare attenzione verso i più bisognosi della comunità.

Divenuto vescovo delle diocesi di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi e, successivamente, anche della diocesi di Ruvo, Don Tonino Vescovo mantenne il titolo semplice di Don Tonino, e con esso la profonda umiltà che aveva caratterizzato fino ad allora il suo operato come sacerdote e come uomo. Sempre vicino alla gente e alla loro sofferenza, promosse la costituzione di gruppi Caritas in tutte le parrocchie della diocesi, fondò una comunità per la cura delle tossicodipendenze, lottò in nome della giustizia sociale, della solidarietà e contro ogni forma di emarginazione.

Come successore di monsignor Luigi Bettazzi alla guida di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace, manifestò il proprio dissenso alla guerra e combatté contro il potenziamento dei poli militari di Crotone e Gioia del Colle, con marce per il disarmo, oltre che contro l’intervento bellico nella Guerra del Golfo. Il suo impegno per la pace si fece ancora più tangibile dopo la fondazione della rivista mensile Mosaico di Pace.
Malato di cancro allo stomaco, Monsignor Tonino Bello si recò in Bosnia e Erzegovina nel 1992, durante la guerra civile, marciando a piedi fino a Sarajevo stretta dall’assedio serbo, per diffondere il suo messaggio di solidarietà e speranza.

Morì a Molfetta il 20 aprile 1993, lasciando un’eredità di amore e dedizione al servizio degli altri. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Alessano, il suo amato paese natale.
Nel 1994, gli fu conferito il Premio Nazionale Cultura della Pace alla memoria, un riconoscimento dell’importanza del suo lavoro nella promozione della pace e dell’amore tra le persone. La sua figura rimane un esempio di umiltà, compassione e impegno per il bene comune, un faro di speranza per tutti coloro che cercano di seguire i valori evangelici nella loro vita quotidiana.

Cosa ha fatto Don Tonino Bello?
Ma cosa ha fatto Don Tonino Bello che lo ha reso così speciale? Oltre alla sua vicinanza alla gente, è stato un fervente difensore della giustizia sociale. Ha speso la sua voce e la sua energia nella denuncia delle ingiustizie, nella difesa dei diritti umani e nella promozione di una società più inclusiva ed equa. Ha lavorato instancabilmente per alleviare la sofferenza dei poveri, dei malati e degli emarginati, portando avanti un messaggio di amore, compassione e accoglienza per tutti.

Il suo impegno per la pace e la riconciliazione è stato un altro aspetto distintivo della sua opera pastorale. Durante un periodo particolarmente turbolento della storia italiana, Don Tonino Bello ha promosso incontri e dialoghi tra persone di diverse ideologie e convinzioni, cercando di superare le divisioni e costruire ponti tra le persone. La sua voce pacifica e conciliante ha contribuito a calmare animi e a favorire il dialogo costruttivo.

Don Tonino Bello Venerabile
Il 3 luglio 2020, Papa Francesco ha riconosciuto l’eroicità delle virtù di Don Tonino Bello, conferendogli il titolo di Venerabile. Questo è un passo significativo nel processo di beatificazione e canonizzazione, che potrebbe portare Don Tonino Bello a essere riconosciuto come un santo della Chiesa cattolica. Ricordiamo infatti che secondo il diritto canonico il processo di Santificazione prevede diversi passaggi: il candidato deve essere proclamato prima Servo di Dio, poi Venerabile, poi Beato, infine Santo. La fama di Santità necessaria a Don Tonino per essere elevato al titolo di Venerabile viene dalle testimonianze delle persone comuni che lo hanno conosciuto e alle quali egli ha lasciato un’eredità di amore, compassione, dedizione. Grazie a queste attestazioni la Chiesa cattolica ha riconosciuto in lui un esempio di santità e di umanità, una testimonianza vivente del messaggio evangelico, la cui memoria continua a ispirare e a guidare molte persone nel cammino della fede e della carità.

Frasi di Don Tonino Bello
Don Tonino Bello è stato anche un teologo e scrittore di grande sensibilità, noto per le sue bellissime pagine dedicate a Maria. La sua devozione mariana è stata una caratteristica distintiva del suo ministero.

Famose anche molte sue frasi, con le quali affermava che Dio ci parla attraverso i poveri che incontriamo per la strada ed è presente nel cuore di ogni individuo. Altre frasi esprimono la sua profonda gratitudine per il dono della vita, l’invito a essere fieri di questa preziosa esistenza e a vivere con amore e compassione verso gli altri, riconoscendo in ognuno il riflesso dell’amore divino.
Le frasi di Don Tonino Bello rispecchiano la profondità della sua fede e la sua visione di un mondo migliore. Tra le sue frasi più celebri, troviamo:

“La nostra preghiera non è mai stata tanto urgente quanto oggi. Preghiamo, ma poi diventiamo preghiera”;

“Vogliamo servire Cristo, ma a modo nostro, senza capire che servire Cristo è mettersi sulle orme di Cristo”;

“Dividete le vostre ricchezze, fatene parte a coloro che non ne hanno, ai diseredati della vita. Non solo a coloro che non hanno denaro, ma anche a coloro che hanno il portafoglio gonfio e il cuore vuoto! E a coloro che non hanno salute, che sono esauriti, stanchi, che non ce la fanno più”:

“Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un’ala soltanto. L’altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me.”

Preghiere di Don Tonino Bello
Le preghiere di Don Tonino Bello sono un tesoro spirituale per molti fedeli, e alcune di esse sono diventate vere e proprie invocazioni per trovare conforto, speranza e ispirazione. La sua profonda spiritualità si riflette nelle sue preghiere, nelle quali emergono la sua fiducia in Dio e la sua dedizione alla causa dell’amore universale.

Pensiamo alla Preghiera per lo Spirito Santo in onore di Pentecoste, un’invocazione accorata al coraggio e alla conversione. Ecco la prima strofa:

Spirito di Dio, che agli inizi della creazione ti libravi sugli abissi dell’universo e trasformavi in sorriso di bellezza il grande sbadiglio delle cose, scendi ancora sulla terra e donale il brivido dei cominciamenti.
Questo mondo che invecchia, sfioralo con l’ala della tua gloria. Dissipa le sue rughe. Fascia le ferite che l’egoismo sfrenato degli uomini ha tracciato sulla sua pelle. Mitiga con l’olio della tenerezza le arsure della sua crosta. Restituiscigli il manto dell’antico splendore, che le nostre violenze gli hanno strappato, e riversa sulle sue carni inaridite anfore di profumi.
Permea tutte le cose, e possiedine il cuore. Facci percepire la tua dolente presenza nel gemito delle foreste divelte, nell’urlo dei mari inquinati, nel pianto dei torrenti inariditi, nella viscida desolazione delle spiagge di bitume.
Restituiscici al gaudio dei primordi. Riversati senza misura su tutte le nostre afflizioni. Librati ancora sul nostro vecchio mondo in pericolo. E il deserto, finalmente, ridiventerà giardino, e nel giardino fiorirà l’albero della giustizia, e frutto della giustizia sarà la pace.

O una delle Preghiere a Maria di Tonino Bello, dove la Vergine diventa la nostra compagna di viaggio contro le ingiustizie del mondo, per costruire un futuro migliore per noi e per le nuove generazioni:

Santa Maria, Vergine del mattino, donaci la gioia di intuire, pur tra le tante foschie dell’aurora, le speranze del giorno nuovo. Ispiraci parole di coraggio. Non farci tremare la voce quando, a dispetto di tante cattiverie e di tanti peccati che invecchiano il mondo, osiamo annunciare che verranno tempi migliori. Non permettere che sulle nostre labbra il lamento prevalga mai sullo stupore, che lo sconforto sovrasti l’operosità, che lo scetticismo schiacci l’entusiasmo, e che la pesantezza del passato ci impedisca di far credito sul futuro. Aiutaci a scommettere con più audacia sui giovani, e preservaci dalla tentazione di blandirli con la furbizia di sterili parole, consapevoli che solo dalle nostre scelte di autenticità e di coerenza essi saranno disposti ancora a lasciarsi sedurre. Moltiplica le nostre energie perché sappiamo investirle nell’unico affare ancora redditizio sul mercato della civiltà: la prevenzione delle nuove generazioni dai mali atroci che oggi rendono corto il respiro della terra. Da’ alle nostre voci la cadenza degli alleluia pasquali. Intridi di sogni le sabbie del nostro realismo. Rendici cultori delle calde utopie dalle cui feritoie sanguina la speranza sul mondo. Aiutaci a comprendere che additare le gemme che spuntano sui rami vale più che piangere sulle foglie che cadono. E infondici la sicurezza di chi già vede l’oriente incendiarsi ai primi raggi del sole.

FONTE: HOLYBLOG

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