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Mons. Giuseppe Favale è il nuovo Vescovo della diocesi Conversano-Monopoli

"Vengo in una Chiesa che abita un territorio ricco di bellezze naturali e di storia, dove l’azione di Dio si è intrecciata con l’impegno operoso dell’uomo." dalla nostra  Associazione:
 BENVENUTO DON PEPPINO!


Monsignor Giuseppe Favale è il nuovo Vescovo di Conversano-Monopoli.Lo ha nominato oggi papa Francesco accettando contestualmente le dimissioni per raggiunti limiti d’età di monsignor Domenico Padovano. Proveniente dalla diocesi di Castellaneta, finora direttore spirituale presso il Pontificio seminario regionale pugliese, monsignor Favale è nato a Palagiano il 29 febbraio 1960.Ha frequentato i corsi teologici presso il Seminario regionale di Molfetta. È stato ordinato sacerdote il 6 luglio 1985. Successivamente ha frequentato la Pontificia Università Lateranense, dove nel 2005 ha conseguito la Laurea in Utroque Iure. È stato cerimoniere vescovile (1983-2000), viceparroco (1988-2003) e poi parroco della Cattedrale (2003-2011), cancelliere della Curia (1989-1997), vicario giudiziale (2004-2010) e vicario generale dal 1997 al 2011. Dal 2011 è direttore spirituale nel Seminario regionale pugliese “Pio XI” di Molfetta e delegato per il giovane clero della diocesi di Castellaneta. Durante la vacanza di questa sede nel 2013 è stato eletto amministratore diocesano. Dal 2009 è prelato d’onore di Sua Santità.

Ecco il testo del suo messaggio ai fedeli della sua nuova diocesi:
«Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa di Conversano-Monopoli, è grande la gioia del mio cuore nel rivolgervi il mio primo saluto! Vengo tra voi mandato da Papa Francesco e, nella fede, nutro la certezza che è il Signore Gesù, il Buon Pastore, a chiamarmi a questo ministero, per essere tra voi segno della Sua tenerezza, custode della vostra comunione, animatore della vostra carità.Potete immaginare quel che ho vissuto nel momento in cui mi veniva comunicata la volontà del Santo Padre di inviarmi nella Chiesa di Conversano-Monopoli. Smarrimento e trepidazione hanno preso il sopravvento, di fronte ad un compito molto più grande delle mie forze. Al tempo stesso, però, la consapevolezza che Dio non abbandona coloro che confidano in Lui mi ha dato il coraggio per dire quel “sì"? che unisce già da ora la mia vita alla vostra, nel tratto di strada che percorreremo insieme, vescovo e popolo, per servire la causa del Vangelo.Tra non molto avremo modo di conoscerci personalmente, ma posso assicurarvi che, già da ora, nutro il desiderio di farmi vicino a ciascuno di voi, solidale con le vostre storie personali e di comunità. Al contempo, con le parole dell’apostolo Paolo, a voi chiedo: “Accoglietemi nei vostri cuori"? (cf 2 Cor 7,2)! Vengo con il bastone del pellegrino per portarvi l’unica ricchezza che vale la pena possedere: Gesù Cristo. È Lui che mi manda a voi, perché voi appartenete a Lui. Siete la Sua sposa e io vengo come l’amico dello Sposo (cf Gv 3,29), per farvi crescere nella fedeltà verso di Lui, che da sempre vi ama. Vengo per dirvi in semplicità: “guardate a Lui e sarete illuminati"?.
Non mi stancherò di ripetervi in ogni occasione: “Gustate e vedete com'è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia"? (dal Salmo 34).
Vengo in una Chiesa che abita un territorio ricco di bellezze naturali e di storia, dove l’azione di Dio si è intrecciata con l’impegno operoso dell’uomo. Dalla costa adriatica alle colline della Murgia, quanti luoghi pieni di fascino che spingono l’animo ad elevarsi verso Dio! Quante opere frutto dell’intelligenza e della laboriosità delle passate generazioni e dei nostri contemporanei! Penso alle splendide Cattedrali e alle innumerevoli chiese che sono punto di riferimento per la fede del nostro popolo! Penso ai tanti luoghi dove si costruisce il futuro attraverso la fatica quotidiana, che aiuta a portare alle famiglie l’onesto sostentamento. Il Signore dia a tutti più coraggio e più forza per intraprendere strade nuove e così superare la difficile congiuntura che attraversa oggi il mondo del lavoro, anche nel nostro territorio.Il mio saluto raggiunge innanzitutto il carissimo Vescovo Domenico, che da pastore solerte e generoso ha guidato la Diocesi per 29 anni. Tutti voi serbate tanti grati ricordi del suo instancabile ministero: parole, gesti, attenzioni, che hanno fatto sperimentare la sua vicinanza in momenti lieti e tristi della vita di ciascuno. Grazie, Eccellenza, per la sua paternità. Continui a volerci bene e a portarci nella sua preghiera.Nella persona del Vescovo voglio fare memoria di tutti i Pastori che lo hanno preceduto e che hanno tenuta accesa la fiamma della fede nelle passate generazioni. Consentitemi di ricordare tra tutti S. E. Mons. Antonio D’Erchia, anche lui originario della Diocesi di Castellaneta. A loro, che già vivono con il Pastore grande delle pecore (cf Eb 13,20), chiedo di accompagnarmi nel servizio che intraprendo con la preghiera di intercessione.Un pensiero colmo di gratitudine rivolgo a voi, carissimi confratelli Presbiteri e Diaconi, che siete preziosi ed insostituibili collaboratori del ministero episcopale. Vi guardo con ammirazione per la vostra vita spesa nell’edificazione del Regno di Dio. So che siete generosi e che non vi risparmiate donando intelligenza, creatività e passione nel lavoro pastorale che esercitate nei diversi uffici che vi sono affidati. Grazie! Continuiamo a spenderci con gioia per il bene dei nostri fedeli. Mi troverete sempre al vostro fianco a sostenervi e a incoraggiarvi. Vorrò essere per ciascuno padre, fratello e amico. Lavoriamo insieme e questa sarà la nostra forza! Il presbiterio della Diocesi ha generato una persona a me particolarmente cara, l’indimenticato Mons. Martino Scarafile, per tanti di voi rimasto semplicemente don Martino. Quanti ricordi mi legano a lui! Gli sono stato vicino nel servizio alla Diocesi di Castellaneta e la frequentazione quotidiana mi ha permesso di conoscerlo a fondo. Ho apprezzato e ammirato la sua fede schietta, la sua generosità, la sua bontà. La sua memoria resti in benedizione non solo nella Chiesa di Castellaneta ma anche nella nostra Diocesi. Ci sia sempre vicino e da Dio, dove lo pensiamo, ci accompagni con la sua preghiera.
A voi, cari seminaristi del Seminario minore e del Seminario regionale, speranza della nostra Chiesa, il saluto paterno, che diventa ammirazione per la vostra esuberante giovinezza che si apre allo sguardo amorevole del Cristo. Fidatevi della Sua Parola e non abbiate paura di spendere la vita per Lui. Siatene certi, vi renderà felici! Insieme ai vostri educatori, vi sarò vicino nel discernimento e sosterrò il vostro cammino con la preghiera.
Con sincera stima guardo a voi, cari membri degli Istituti di Vita consacrata presenti in diocesi. Siete una ricchezza per la nostra Chiesa diocesana, più che per le vostre opere, pur necessarie, in ragione della vostra stessa vita, tutta impregnata di eternità. Sarò contento di conoscervi e di valorizzare il vostro carisma. È motivo di orgoglio per la nostra Chiesa ospitare a Noci il Monastero Benedettino della Scala, oasi feconda di spiritualità per tanti che vanno alla ricerca del volto del Signore. Grazie, cari fratelli monaci, perché siete vicini ai nostri preti e ai nostri fedeli con l’accoglienza calorosa. La mia gratitudine voglio che si estenda anche al caro Monastero delle Benedettine Celestine di Castellana Grotte. Giunga il mio saluto rispettoso e cordiale ai fratelli e alle sorelle delle diverse Chiese e comunità cristiane, con le quali condividiamo la stessa fede e lo stesso battesimo. Ci incontreremo e ci conosceremo e, soprattutto, ci lasceremo guidare dalla Parola della vita. Anche ai credenti delle altre Religioni rivolgo un pensiero beneaugurale, che diventa incoraggiamento a lavorare insieme facendo leva su ciò che ci unisce, più che su quanto divide. Con gli stessi sentimenti raggiungo coloro che si professano non credenti, desideroso di aprire un dialogo che, sono certo, aiuterà ognuno a comprendere meglio le ragioni dell’altro.
Mi rivolgo ora alle distinte Autorità civili e militari presenti sul territorio, chiamate a custodire e promuovere il bene comune. Saluto tutti e ciascuno con deferenza, certo che sapremo valorizzare ogni possibilità per operare costruttivamente, nel rispetto delle proprie competenze, a far fiorire sempre più l’umano autentico nelle nostre comunità. Con un grande abbraccio stringo a me tutti voi, cari fratelli e sorelle laici, che la Provvidenza affida alla mia paternità. Come vorrei che fossero aperte le porte del vostro cuore per accogliermi! Desidero portarvi una parola di speranza e di fiducia per farvi toccare con mano la misericordia del Signore, che in questo Anno giubilare rifluisce come un fiume in piena nella vita di tutti noi. Il mio saluto va alle famiglie, soprattutto quelle provate dalla sofferenza, ai piccoli, agli adolescenti, ai giovani – che sono il nostro futuro e meritano pertanto la giusta attenzione nel lavoro pastorale – agli anziani e agli ammalati. A chi vive esperienze di emarginazione e di solitudine – e fra questi ricordo anche i detenuti nel carcere di Turi – vorrei dire che il mio cuore palpita di affetto per loro e che ogni giorno saranno nella mia preghiera.
Un ultimo pensiero lo rivolgo a coloro che lascio. Alla Chiesa di Castellaneta, che mi ha generato alla fede e al Sacerdozio, al Vescovo Claudio e ai Vescovi suoi predecessori, ai Confratelli preti e a tutti i fedeli, esprimo affetto riconoscente per quanto mi hanno testimoniato e trasmesso. All’amata comunità del Seminario Regionale di Molfetta e a coloro che, già immessi nel ministero, ho seguito in questi anni, dico la gioia per aver vissuto un tempo indimenticabile e fecondo della mia vita sacerdotale. Rimarrete per sempre nel mio cuore!
Affido me e voi alla intercessione della Madre di Dio, venerata con diversi titoli nelle nostre comunità, e dei Santi Patroni Flaviano e Francesco da Paola. Sentiamoci custoditi dal loro sguardo amorevole e ciò darà coraggio alla nostra testimonianza evangelica nel mondo.
In comunione di preghiera, tutti vi benedico nel Signore».

Il momento dell'annuncio a Castellaneta



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