Ci uniamo con gioia ai fratelli abruzzesi di
San Pietro della Ienca
Ritrovata la reliquia di Giovanni Paolo II
Recuperata la piccola garza con il sangue del Beato rubata con la teca e un crocifisso nella notte tra sabato e domenica dal santuario medievale di S. Pietro della Ienca, ad Assergi, sulle pendici del Gran Sasso. Mancano solo alcune particelle che erano legate a due fili d'oro, evidentemente perse nella rottura del vetro che proteggeva la stoffa
E' stata ritrovata gran parte della reliquia di Karol Wojtyla, la piccola garza con il sangue del Beato Giovanni Paolo II rubata insieme alla teca e a un crocifisso nella notte tra sabato e domenica nel santuario medievale di San Pietro della Ienca, ad Assergi, sulle pendici del Gran Sasso. Mancano solo alcune particelle che erano legate a due fili d'oro e che evidentemente sono andate perse nella rottura del vetro che proteggeva la stoffa.
Giovedì erano stati fermati per il furto tre giovani. Sono stati loro ad indicare il luogo dove trovare la reliquia: un garage di un condominio a Tempéra, nell'Aquilano, costruito con il progetto antisismico "Case", dove vive uno dei tre. Lì i poliziotti della Questura dell'Aquila hanno trovato gran parte della stoffa con il sangue di Wojtyla. Secondo gli inquirenti i tre pensavano di avere a che fare con un oggetto di grande valore economico, ma non sapevano che il suo pregio era invece sostanzialmente religioso. Quando si sono resi conto che il contenuto della teca non era oro e che quindi non sarebbe stato smerciabile, se ne sono disfatti seppellondola insieme al crocefisso nella campagne vicine alla Basilica di Collemaggio. L'interesse dei ragazzi era verosimilmente il filo d'oro nascosto oltre il vetro.
L'angioletto dorato è stato invece ritrovato nella perquisizione condotta a casa di uno dei tre giovani. Nel garage sono tuttora in corso le ricerche della Polizia Scientifica di Roma con il cane molecolare Orso per cercare di recuperare anche le minuscole porzioni della garza che ancora mancano.
Il vescovo vicario dell'Aquila, monsignor Giovanni D'Ercole, ha riconosciuto l'autenticità di gran parte dei frammenti della
reliquia di Papa Giovanni Paolo II e ha aggiunto che il sacro resto, pur non essendo nella sua totalità, è comunque
ricostruibile. D'Ercole ha assicurato per i tre ragazzi "il perdono totale" di Giovanni Paolo II e delle autorità ecclesiastiche aquilane.
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