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Lo Spirito Santo ci dà la forza per andare avanti e annunciare a tutti con gentilezza

Omelia di Papa Francesco nella solennità di Pentecoste.


Nell’omelia della messa nella domenica di Pentecoste, Papa Francesco si è soffermato su due caratteristiche dell’azione dello Spirito Santo nella Chiesa, che si propaga in noi e nella missione: la forza e la gentilezza. Senza la forza non riusciremmo a sconfiggere il male, né a vincere i desideri della carne e le pulsioni negative che rovinano le nostre relazioni con gli altri e dividono le comunità. Lo Spirito entra nel nostro cuore e guarisce tutto, come capita a Gesù quando si ritira per quaranta giorni nel deserto (Mt 4,1-11).

Contemporaneamente, prosegue il pontefice, l’agire del Paraclito è anche gentile: dopo aver combattuto le tentazioni, semina in noi le virtù e le protegge con amore perché crescano e si irrobustiscano. Così, dopo la fatica del combattimento contro il male, possiamo gustare la dolcezza della misericordia e della comunione con Dio. Come è disceso sui discepoli e ha infuso in essi l’audacia di trasmettere agli altri la loro esperienza di Gesù, lo Spirito Santo, avuto in dono nel battesimo e nella confermazione, invita anche noi ad annunciare il Vangelo a tutti, con la stessa forza e con la stessa gentilezza.

«Non con prepotenza e imposizioni […], nemmeno coi calcoli e colle furbizie, ma con l’energia che viene dalla fedeltà alla verità, che lo Spirito insegna ai nostri cuori e fa crescere in noi. E così noi ci arrendiamo allo Spirito, non ci arrendiamo alla forza del mondo, ma continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra, a parlare di perdono a chi semina vendetta, a parlare di accoglienza e solidarietà a chi sbarra le porte ed erige barriere, a parlare di vita a chi sceglie la morte, a parlare di rispetto a chi ama umiliare, insultare e scartare, a parlare di fedeltà a chi rifiuta ogni legame, confondendo la libertà con un individualismo superficiale, opaco e vuoto».

La forza del nostro annuncio deve essere anche gentile, per accogliere tutti, come nella parabola degli invitati alla festa che non sono voluti andare e sono stati sostituiti da «cattivi e buoni» (Mt 22,10). Ognuno ha bisogno di speranza, di alzare gli occhi su orizzonti di pace, fratellanza, giustizia e solidarietà. È questa l’unica via della vita, anche se spesso non appare facile. Ma, conclude il Papa, «noi sappiamo che non siamo soli: abbiamo questa sicurezza che con l’aiuto dello Spirito Santo, con i suoi doni, insieme possiamo percorrerla e renderla sempre più percorribile anche per gli altri».


FONTE: RETESICOMORO

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